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    Mi trasformo: Ol’ga Sedakova e l’eredità dell’infanzia

    14/12/2020 Sara Treviglio

    La letteratura russa per l’infanzia è riuscita a raggiungere un’ampia diffusione in Italia, in particolare dalla seconda metà del Novecento, dopo la morte di Stalin. In questo periodo arrivarono a noi opere di autori che fino a poco tempo prima non poterono essere pubblicati in patria. I tre grassoni dello scrittore Jurij Oleša, ad esempio,…

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    Konstantin Biebl: il poeta dell’esotismo boemo tra meraviglia e tenebra

    10/11/2020 Martina Mecco

      All’interno del breve ma prezioso libro redatto da Angelo Maria Ripellino Storia della poesia ceca contemporanea compare, ad un certo punto, un titolo alquanto curioso: “Avventura a Giava”, in cui è riportata una delle poche testimonianze che si hanno in Italia di Konstantin Biebl. La poesia di Biebl è uno dei tanti segreti che…

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    La Musa in armi: storia di poetesse soldato, Julija Drunina e Ol’ga Berggol’c

    02/11/2020 Claudia Gioia e Sara Treviglio

      “A me piacerebbe mostrare su esempio dei poeti della mia generazione come la vita entri nella poesia quando i poeti entrano nella vita. Il nostro destino può essere definito al contempo tragico e felice. Tragico perché nella nostra adolescenza, su anime ancora così indifese e vulnerabili è piombata la guerra, portando morte, sofferenza e…

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    Marina Cvetaeva: l’amore nudo

    23/06/2020 Claudia Gioia

    “Amore! Amore! Nei tormenti e nella tomba Mi fai viva – turbata – sconvolta – palpitante”   L’eterno contrasto tra vita e morte, eros e thanatos, byt e bytie, la vita quotidiana e l’esistenza nella sua forma sublime di spirito e arte, si condensa in un’unica figura, quella di Marina Cvetaeva, poetessa della prima metà…

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    Consigli di lettura per la quarantena

    21/03/2020 Giorgia Maurovich

    Questo periodo di isolamento forzato è un calvario per tutti. Bombardati da riletture collettive dei Promessi Sposi e pletore di meme su Shining, veniamo costantemente ricordati del fatto che, anche nella finzione, situazioni del genere non hanno mai un lieto fine. Ma accettiamo questa sfida: per evitare di vedervi imbracciare l’accetta come Jack Torrance (o,…

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Ingannati dalla velocità della storia, ci sembra Ingannati dalla velocità della storia, ci sembra di vivere in un tempo governato da nuovi poteri e nuovi sentimenti. In pochi sono capaci di vedere quella moltitudine di ferite ancora aperte sotto la pelle del mondo.
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Fra quei pochi, il cui sguardo attraversa il corpo senza tagliare, c'è lo scrittore russo Sergej Lebedev. Fra i più acuti e profondi osservatori del suo -ossia del nostro- tempo, ha saputo cogliere quelle ombre del vecchio regime che ancora non permettono al suo paese, la Russia, di riprendersi completamente.
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Come in un albero dalle radici immerse in un terreno melmoso, Lebedev osserva i sussulti del tronco (il nostro mondo attuale), che potrebbe cadere da un momento all'altro. Nato a Mosca nel 1981, Lebedev racconta una Russia attuale, e riflette su come questo paese sia ancora in cerca della sua forma più autentica.
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Per questo motivo vi segnaliamo l'imperdibile lettura Il confine dell'oblio, edito da @keller_editore, un racconto che si dipana tra i concetti di tempo, memoria e oblio. Se volete approfondire l'opera, ce ne parla nell'articolo di oggi @poshlost._ .
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Link al solito posto che tanto ormai lo sapete
Signore e signori, ma soprattutto mule e muli, con Signore e signori, ma soprattutto mule e muli, con un mese di ritardo siamo qui con la carrellata di consigli cinematografici sul @triestefilmfestival a opera di @east.euro_flicks , il nostro cinefilo di fiducia!
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Dall’emigrazione kosovara in Germania alla Georgia rurale, sette delle pellicole che più vale la pena recuperare, tra cui si contano anche Beginning, il film vincitore del TSFF32, e Otac, vincitore del premio del pubblico.
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Presto arriverà un altro speciale su Wild Roses, la rassegna di quest’anno, ma se non avete seguito il festival, avete la serata libera e siete brutte persone che se ne infischiano della legge, abbiamo degli ottimi suggerimenti per i prossimi film da scaricare in torrent sui siti disdicevoli.
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Prima di correre verso la baia dei pirati, però, non fate i mascalzoni e date un’occhiata all’articolo di Viktor! Link in bio o su estranei.org 🌝
Sulla scia dell’esplorazione dell’identità eb Sulla scia dell’esplorazione dell’identità ebraica in letteratura nell’Europa centrale e orientale inaugurata dalle amiche e dagli amici di @andergraund_rivista (a tal proposito, non perdetevi la diretta stasera alle 20:30 sulla loro pagina fb), ci inseriamo anche noi con un pezzone di @alessiomann sulla frammentazione dell’identità dell’uomo moderno nell’opera di Kafka e Roth.
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Partendo da un lavoro di comparatistica tra La metamorfosi e Il peso falso, Alessio ripercorre nella biografia e nella poetica dei due autori le diverse declinazioni della figura dell’ebreo nell’Impero austro-ungarico, di cui Roth e Kafka, l’uno dalla Galizia e l’altro abitante della Praga multietnica, sono incarnazioni complementari.
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Oltre alla ricerca sull’identità ebraica, l’articolo si concentra sulla trasformazione dell’identità individuale e collettiva dalla modernità alla postmodernità, di cui Kafka e Roth sono anticipatori.
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Trovate come al solito l’articolo al link in bio o su estranei.org!
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(Immagini del post non direttamente correlate volevamo soltanto fare shitposting su Kafka che ha problemi col padre vuole fuggire e non sa scegliere la best girl™️ tra Felice e Milena)
Nel 1987, grazie all’estro artistico di quel fut Nel 1987, grazie all’estro artistico di quel futuristico con i baffi che vedete nella seconda slide, esce una delle canzoni più conosciute del nostro amato sovietpop, che consacra questo gruppo a un grandissimo successo in Russia (ma non solo): si tratta degli Альянс (Al’jans) con la loro “На заре” (“Na zare”, “All’alba”), successivamente inserita tra i migliori 100 brani rock russi.
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Il ritorno in auge della canzone, come anche del gruppo, è dovuto al ritorno in scena degli Alyans negli ultimi anni, in particolare grazie alla loro attività sui social media e alla pubblicazione di un nuovo album nel 2020, Космические сны (Kosmičeskie sny, “Sogni spaziali”). La clip ufficiale di На заре è stata ripostata a distanza di anni dallo stesso tastierista Oleg Parastaev, dopo averlo ritrovato nei meandri dei suoi archivi; l’interesse e l’euforia del web sono subito schizzati alle stelle: le diverse versioni del video contano ora milioni di visualizzazioni.
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Il gruppo vanta una lunga esperienza, partita nel 1981 con la formazione iniziale composta da Sergei Volodin, Igor Žuravlev, Andrej Trumanov e Vladimir Rjabov. I giovani si muovono attraverso diversi generi, tra cui il reggae e lo ska, ma la vera svolta, seppur breve, si ha nell’’86con l’arrivo di Parastaev e Gavrilov alle tastiere, che conferiscono agli Al’jans quel tipico sound elettronico grazie al quale oggi vengono ancora riconosciuti.
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Nell’’88 Žuravlev e Parastaev lasciano il gruppo, perché il resto dei componenti decise di orientarsi più su sonorità più “rock”.
I cambi di formazione negli anni non sono stati pochi: proprio per questo motivo il gruppo ha avuto enormi difficoltà nel rimanere unito, portando così a continui rimescolamenti e riunioni, fino ad arrivare allo scioglimento ufficiale.
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A partire dal 2008 però la band ricomincia ad esibirsi in Russia, fino ad arrivare alla pubblicazione del nuovo album nel febbraio del 2020. Nello stesso giugno 2020 Oleg Parastaev, principale gestore dei contenuti del gruppo sul web e vera anima di На заре, muore all’età di 61 anni.
Distruggere le cariatidi e le torri d’avorio del Distruggere le cariatidi e le torri d’avorio della tradizione per creare un’arte nuova è il credo di ogni movimento d’avanguardia, fenomeno che ha sconvolto definitivamente i concetti estetici europee. Tra le forme in cui si fa imperante questa esigenza, un ruolo di primaria importanza è stato svolto dalla pittura. Mentre a Parigi dalle ceneri del dadaismo e del cubismo si faceva largo il surrealismo, nella Cecoslovacchia interbellica nasceva l’artificialismo.
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Trattandosi di un movimento artistico connesso al poetismo e al gruppo Devětsil, il principio fondamentale è quello dell’annullamento di ogni separazione tra la figura dell’artista e quella del poeta. Il fine è lo stesso: creare una Poesia per tutti i sensi. Jindřich Štyrský rappresenta, insieme a Toyen, uno dei massimi esponenti dell’artificialismo ceco. Se con il cubismo, a detta di Apollinaire, la semplice concezione diventa creazione, con l’artificialismo si giunge alla Poesia nella sua forma più pura.
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Incantato dal cielo del Montparnasse e dalle correnti della Vltava, nonché dal fascino di Praga, Štyrský realizza opere in cui i protagonisti passano dall’essere espressioni dell’interiorità e del sogno a giocosi clown e saltimbanchi. Tra sperimentazioni e sintesi artistiche, tra cui quella del fotomontaggio, egli ricerca continuamente un modo per elevare l’opera al di là della mera e semplice riproduzione. Esuberante, profano e provocatorio, Štyrský non si limita a superare la tradizione, ma ne distrugge ogni possibile rimasuglio.
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Se volete scoprire di più riguardo l’artificialismo e l’opera di Jindřich Štyrský vi rimandiamo all’articolo di @matrinamecco sul nostro sito! Link in bio ⚡️
Nella costante attesa che si possa riprendere a vi Nella costante attesa che si possa riprendere a viaggiare, vi facciamo scoprire un nuovo posto da non perdere! Quello in foto è il Museo delle arti applicate di Budapest in Üllői út, uno degli edifici art nouveau più originali d’Europa.
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La particolarità dello stile secessionista ungherese, che come gli altri movimenti analoghi abbracciava diverse discipline artistiche, si ebbe nella commistione unica tra Jugendstil e influssi turchi e orientali, che in architettura fiorì grazie all’apporto e al genio visionario di Ödön Lechner, noto come il Gaudí ungherese.
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Se però l’oggettistica è osservabile principalmente nel museo della secessione sito in Honvéd utca, si può ammirare la magnificenza dell’architettura secessionista in molti edifici della capitale, dai Bagni Géllert all’Accademia Liszt.
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Il museo offre una collezione di varie tecniche artistiche, dal design di mobili all’artigianato, dal vetro ai tessili, ma il pezzo forte della struttura è proprio il progetto dell’edificio in sé. Al momento (ormai da qualche anno, in verità) è chiuso per restauro, ma alla riapertura vi consigliamo caldamente di visitarlo!
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Lo conoscevate? Ci siete mai stati?