There lived a certain man, in Russia long ago… Così si apre una delle canzoni più celebri della disco anni ’80, che riassume perfettamente l’idea di Rasputin che permase nell’immaginario collettivo a partire dalla sua morte. Il suo nome è seguito da grande fama quanto da opinioni molto contrastanti. Durante l’ultimo secolo è stato spesso…
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WR: da Belgrado a New York tra orgasmo e rivoluzione
Buio. Inizia tutto nel respiro cosmico del blu oltremare. Silenzio, poi un battito del cuore, poi una pulsazione stabile che si fa via via più forte nei titoli di testa. Leggiamo di Wilhelm Reich, di paura della libertà, paura della verità e dell’amore, ma leggiamo anche e soprattutto tre parole: gioia di vivere. A oltre…
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Il NFI e A Tanú (Bacsó Péter, 1969)
Oggi ho cercato così, per sfizio personale, Best Hungarian Movies su Google. E mi sono reso conto, oltre che della notevole portata del mio tedio esistenziale, che “A Tanú”, tradotto come Il Testimone, figura in pressoché ogni lista che io abbia controllato. In realtà esiste un ulteriore motivo per cui sto scrivendo due righe a…
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Il paese dove non si muore mai: echi dall’Albania, un mondo immortale
In queste righe si trovano le mie personali impressioni sulla lettura del libro di Ornela Vorpsi Il paese dove non si muore mai. Ho scelto un tono più personale, questa volta, perché mi è impossibile raccontare con assoluto distacco la storia di un mondo che sento, in parte, anche mio. Non è solo questo. Il…
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Lilja 4-ever, storia di un dramma individuale e collettivo
Quando la politica incontra il cittadino, o meglio, quando la teoria incontra l’uomo. Ciò che è accaduto in politica negli anni ’90 delinea il mondo come lo conosciamo oggi, specialmente perché tali eventi hanno lasciato tracce del loro passaggio ancora riscontrabili in luoghi, istituzioni e persone. Concentrandoci come di nostro consueto sulle realtà dell’Est Europa,…
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Visioni diurne: Chagall e piani di realtà
C’è qualcosa sull’arte che continua a sfuggirci da secoli, ma che era evidente ai figli delle epoche che ormai ci guardano da lontano. Il ruolo dell’artista era – ed è – non differente da quello di una sacerdotessa o di un oracolo, che comunica con quell’oltre-mondo dai contorni immutabili, fondamento della nostra realtà, per svelarne…
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